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Ugo Locatelli nato a Bruxelles nel 1940, laureato in architettura al Politecnico di Milano, ha vissuto e lavorato a Piacenza, dove è morto nel 2023.

La sua ricerca sui linguaggi visivi inizia nel 1962, basata sulla capacità del linguaggio fotografico di sottrarre segni del "reale" a sguardi superficiali e uniformi. Le prime esperienze di ripresa e di stampa in camera oscura svelano possibilità di "scrivere con la luce" e di considerare l'immagine come un sistema aperto, un dialogo tra idee non conformiste.
Dal 1965 una serie di mostre, eventi e riflessioni estendono il lavoro, nutrito da esploratori del pensiero, dello sguardo e della capacità di meravigliarsi, incontrati in cammino (una geografia mentale).

Qualche progetto viene realizzato insieme ad altri autori, ad esempio: con Luciano Caruso l'opera verbovisuale Storia di un pedone bianco (innamorato) di una regina nera nel 1968; con Ben Vautier del Gruppo Fluxus il Festival internazionale Non-Art nel 1969; con Sebastiano Vassalli l'opera Teatro Uno-Il Mazzo. Il Gioco del Teatro del Mondo, esposto alla Biennale di Venezia nel 1972 nella Sezione "Il libro come luogo di ricerca"; e interagendo con strutture museali: Museo della fotografia storica e contemporanea, Torino (1997, 1999, 2004, 2005); Salone della Fotografia, Venezia (1999, 2000); Forum d'art contemporain, Lussemburgo (2000); Galleria d'Arte Moderna, Piacenza (2002, 2003); Museo Archivio Politecnico, Torino (2004, 2006); Museo della Carale, Ivrea (2007); 91mQ Art Project Space, Berlino (2010); Museo Civico di Storia Naturale, Piacenza (2014, 2015, 2017); Museo Astrofisico dell'Osservatorio, Torino (2016); Museo dei sanatori di Sondalo-Sondrio (2017); FilmForum-International Film Studies Conference, Gorizia (2018); Museo Civico d'Arte, Modena (2018/2019); Museo Geologico di Castell'Arquato, Piacenza (2018/2019, 2021).

Nel 1997 avvia Areale, un laboratorio interdisciplinare su possibili letture di livelli di realtà. Un processo di apprendimento per scoperta delle qualità dello sguardo e del pensiero, una ricognizione mai finita o finale. Dagli oggetti alle relazioni, dal già noto all'inatteso, nei luoghi materiali, emozionali, mentali: ogni luogo è come una camera oscura.
Sul suo lavoro sono state svolte due tesi di laurea: "Ugo Locatelli 1962-1972. Fotografia, scrittura, sperimentazione" (Filippo Lezoli, Università degli Studi di Parma, pubblicata dalla Fondazione Italiana per la Fotografia, Torino 2003); e "Mente Areale: Prospettiva di comunicazione multisensoriale" (Simona Licata, Università degli Studi di Catania, 2006).